Pensieri circolari

se i pensieri vanno dritti spesso sbagliano mira

16/02/10

Oltre i cortei e le elezioni

Qualcuno pensa ancora che la degenerazione dell'Italia attualmente in corso possa essere fermata con cortei e elezioni.
Alla fine dell'ottocento i lavoratori, gli sfruttati di allora, hanno cominciato a capire che serviva un lavoro più profondo, di formazione e organizzazione, di diffusione delle conoscenze e delle basi etiche. Bisogna riprendere da allora ma evitando le derive ideologiche pur vaccinandosi dall'invadenza dei profittatori. Un lavoro lungo, di generazioni.
In questa maniera sono riusciti a mettere in discussione il privilegio dei ricchi su tutti gli altri. Ma con gli anni i ricchi hanno capito che dovevano organizzarsi per riprendere il predominio. Dopo un po' di tentativi mal riusciti (golpe Borghese) e di contraccolpi sfruttati al meglio (terrorismo) hanno sostenuto la Lega e Berlusconi, fatto la P2 e tutto il resto. Adesso tocca agli sfruttati riequilibrare le cose se non vogliono rimanere schiacciati per decenni

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15/02/10

Babe e la TV

LA TELEVISIONE E LA NONVIOLENZA

Mi è capitata quasi casualmente di fare gratuitamente uno spot che acquistato sarebbe costato circa un milione di euro a favore della nonviolenza.
Stimolato dai miei figli che spesso guardano un quiz alla TV con il quale a volte mi diverto con loro a rispondere, mi sono candidato per partecipare al quiz.
Dopo un certo numero di selezioni, è arrivata la registrazione della puntata.
Al momento in cui sono stato eliminato (verso la fine) ho chiesto di fare i canonici saluti.
Ho salutato i miei bambini e poi ho ricordato "tutti i bambini che per la follia degli adulti rischiano di morire nella guerra che si sta preparando" e ho poi invitato "tutti coloro che non sono d'accordo perché venga fatta questa guerra ad appendere ai propri balconi delle bandiere con su scritto PACE" e intanto ho srotolato la bandiera arcobaleno con su scritto PACE che mi ero portato dietro e l'ho appesa davanti alla mia postazione intanto che il regista allargava il campo per riprendere me e la bandiera. In quel momento nello studio si è levata una ovazione con tutto il pubblico che applaudiva e urlava "bravo", i tecnici che venivano a stringermi la mano e le balerine che mi davano delle pacche sulla spalla. A quel punto mi sono allontanato salutando.

La trasmissione della puntata è andata in onda su RAI 1 subito prima del TG della sera dalle 18:45 alle 20 venerdì 17/1/03, il giorno prima della manifestazione internazionale per la pace e contro la guerra.

Il mio "saluto" non è stato tagliato, anzi è stato montato in maniera da farmi risultare ancora più accattivante, dando l'occasione al regista e ai tecnici di esprimere il loro dissenso alla guerra, e probabilmente ha invogliato molte persone a cercare una bandiera da appendere (l'audience della trasmissione che tutte le volte viene ripetuto è di 7 milioni di persone che in genere non sono molto politicizzate). Dopo quella data il numero di bandiere della pace appese ai balconi è letteralmente esploso.
Ho pensato che fosse una buona occasione per parlare far emergere il dissenso alla guerra e far conoscere l'iniziativa delle bandiere di pace che era stata lanciata da un gruppo di associazioni.

Spesso i media ci usano e noi non riusciamo ad usare loro. In questo caso io mi sono fatto usare per poterli in qualche modo usare. Concordo sul fatto che il modello comunicativo televisivo dovrebbe essere pesantemente contestato (senza escludere il fatto che quasi sempre quando il "movimento dei movimenti" prova a comunicare si adegua pedissequamente a tale modello). Ma d'altra parte bisognerebbe anche evitare di essere troppo ingenui. Per esempio quando a volte viene proposto il boicottaggio della TV cosa si pensa di fare? Chi dovrebbe fare questo boicottaggio? Gli impegnati e i coinvolti, quelli che leggono le nostre mailing list o i "nostri" giornali spesso lo fanno già o perché tra riunioni e incontri ben raramente hanno il tempo di guardare la TV o perché in quelle rare occasioni, se non si sceglie di leggere posta elettronica o libri, viene fatta una selezione dei programmi, per cui il boicottaggio significherebbe levare audience a quei programmi che sono più interessanti e che rappresentano quella parte di TV che è come dovrebbe essere tutto il resto. Tutti gli altri, il "popolo bruto", non vengono neppure a sapere del boicottaggio e poi, se anche venissero a saperlo, penserebbero subito che intanto nessuno se ne accorgerebbe, che in fondo hanno anche loro il diritto di rilassarsi un po' la sera o cose del genere.
A ciò si aggiunga che il boicottaggio dovrebbe essere rilevato con sistemi come l'auditel che si basa su un campione ben selezionato di persone non scelte casualmente (quanti ne conoscete delle migliaia di italiani con
l'auditel?) solo tra gli assidui teleutenti, per di più con uno strumento che può dare valori significativi tali da giustificare la selezione del teleutente solo se manovrato da qualcuno veramente convinto dell'importanza del suo ruolo di teleutente campione, che ovviamente ben difficilemente può essere impersonato da un contestatore del sistema. Potete immaginarvi quanto l'auditel sarebbe influenzato da un boicottaggio così concepito. Praticamente il boicottaggio lo farebbero solo quelli che già non vedono la TV e/o non vengono rilevati dall'auditel (anche perché in tal caso gli verrebbe levato il meccanismo) per cui non se ne  accorgerebbe" nessuno.
Quando si intraprende una iniziativa bisognerebbe non solo valutare ciò che noi vorremmo avvenisse (magari immaginando che il resto del mondo sia come noi) ma soprattutto valutare ciò che si ottiene considerando che spesso il mondo è ben diverso da noi.
La parabola evangelica che invita ad essere "come agnelli in mezzo ai lupi" non chiede di diventare lupi feroci, ma neppure di agire come se si fosse nel bel mezzo di un gregge di pecore. Spesso invece si agisce affermando che tutti gli altri sono lupi aspettandosi poi da loro delle azioni da pecore. Bisognerebbe invece saper distinguere i lupi dalle pecore ma anche le pecore dai cani da pastore che in fondo tanto cattivi non sono ma che seguono ordinatamente ciò che il padrone gli dice ma ancora meglio ciò che si aspettando di sentire dal padrone che hanno dentro di loro. E parlare ad ognuno a seconda delle loro possibilità di comprensione e del loro linguaggio.
E tanto per citare una opera realizzata da chi ha potere ma che, se utilizzata correttamente, può essere molto utile anche per chi potere non ne ha, trovo molto interessante vedere nel film "Babe il maialino" cosa fa l'eroe suino (pur considerando che anche lui alla fine esegue quello che gli dice il "padrone" non molto diversamente da quello che in fondo facciamo tutti noi).
Per riuscire a parlare con pecore e cani adatta il suo linguaggio ma alla fine riesce ad ottenere quello che cerca.

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12/12/08

Piove o c'è il sole?

Nei giorni scorsi si sono tenute le prove dell'Olimpiadi dell'Informatica con l'incoraggiamento del Ministero per selezionare l'eccellenza tra gli studenti riguardo alle doti informatiche.

La prima prova recitava: "Si immagini che il tempo segua sempre questa semplice regola:
Se oggi piove, allora domani ci sarà il sole.
Sapendo che oggi piove, dire:
1. Come era il tempo ieri?
2. Che tempo farà domani?"
Secondo te quale è la risposta giusta?

La grande maggioranza degli studenti ha risposto che ieri c'era il sole e domani ci sarà il sole.

Però se è direttamente implicabile dalla premessa che domani ci sarà il sole, non altrettanto può avvenire per stabilire il tempo di ieri. L'unica cosa che si può desumere per certo è che ieri non pioveva perché altrimenti oggi ci sarebbe il sole. Solo se ci fosse una ulteriore regola aggiuntiva del tipo "Se non piove, allora c'è il sole" oppure "nel posto considerato o piove o c'è il sole ma non c'è nessun altro tipo di tempo" si potrebbe arrivare per il criterio del terzo escluso a concludere che c'è il sole, ma tale regola non viene fornita e quindi il fatto che non piova lascia possibili tutti gli altri tipi di condizioni meteorologiche come il cielo nuvoloso, la neve o quant'altro. Non basterebbe neppure una regola del tipo "Se oggi piove, allora domani ci sarà il sole, altrimenti ci sarà pioggia" per stabilire che ieri c'era il sole.
Visto da un punto di vista della logica booleana se chiamo P l'espressione "oggi piove" ed S l'espressione "domani c'è il sole" la regola che viene fornita dice semplicemente P=>S che è equivalente a ~PvS o, per De Morgan, ~(P^~S). Se applico l'espressione ad oggi ottengo che dato che oggi piove P è vera a quindi P=>S se S è vera e quindi domani c'è il sole. Se riferisco l'espressione a ieri, però, dato che oggi c'è il sole, rispetto a ieri l'espressione "domani c'è il sole" è falsa e quindi S è falso. Perché P=>S sia vera deve essere P falso, per cui rispetto a ieri è falsa l'espressione "oggi piove". Da questo posso desumere che ieri non pioveva. Ma se ~P è vera non posso assolutamente concludere niente riguardo ad S (che per altro è una espressione sul clima di oggi, visto che riguarda il domani riferito a ieri) e men che meno posso dire qualcosa riguardo al clima di ieri se non escludere che piovesse.
Per cui la risposta corretta dovrebbe essere "ieri non pioveva e domani c'è il sole".
La cosa assurda è che è stata fornita dagli organizzatori come corretta la risposta "SOLE - SOLE".
E non è un errore di stampa perché nella correzione viene anche data la seguente spiegazione "Se ieri avesse piovuto, oggi ci sarebbe il sole; dato che oggi piove, ieri c'era il sole e altrettanto sarà domani."Mi sembra che questo errore sia veramente grossolano. Quando ho letto la domanda ho perfino pensato che fosse una bella domanda perché permetteva di rilevare quanto gli studenti siano in grado di distinguere la differenza tra falso e non vero. In altri termini per verificare la loro capacità critica, la capacità di un ragionamento un po' più raffinato della semplice alternativa secca.
Negli anni scorsi ho rilevato che in un certo numero di domande c'erano delle forti ambiguità se non degli errori che in parte sono stati accettati (con relativo invio di nuove schede di correzione delle prove) mentre altri sono stati snobbati senza neppure dare una risposta.
Mentre però gli scorsi anni i problemi erano su prove complesse che potevano facilmente indurre in errore o che creavano margini di ambiguità molto forti, quest'anno il problema si è presentato in maniera eclatante.
Che considerazioni ho fatto da tutto ciò: prima di tutto che in Italia la selezione dei migliori viene fatta da persone che non ne hanno la competenza. In questo caso sono in buona parte professori universitari. Penso che non ci sia niente di scandaloso che nella preparazione di un test di questo genere ci possa essere una svista, quello che è grave è che non ci sia un controllo sufficiente da evitare la pubblicazione di tali errori. Ma se il nostro paese continua a lasciare delle persone non competenti a decidere cosa è meglio e cosa è peggio, primi tra tutti i politici, non c'è possibilità di redenzione.

La seconda considerazione è che a volte la logica binaria viene applicata veramente in maniera devastante nella nostra società per cui si arriva a concludere che se non piove allora c'è il sole, come se la realtà potesse sempre essere ridotta a due uniche alternative. Così ci troviamo sempre il mondo diviso in due opzioni delle quali la più assurda è quella tra destra e sinistra. Non voglio citare Gaber, ma fra un po' scopriremo che bisogna decidere se la pioggia è di destra e il sole di sinistra, "tertium non datur". Grazie e Dio il mondo è molto più variegato e multiforme e solo una visione del mondo ristretta o truffaldina può dividere le cose sempre e solo su due fronti.

La terza cosiderazione è che i giovani di oggi, ma forse anche buona parte delle persone adulte, hanno una capacità critica veramente scarsa, si accontentano della prima risposta che viene alla prima senza distinguere correttamente le diverse situazioni per cui se non piove è ovvio che allora c'è il sole e che in fondo è la stessa dire che non piove o che c'è il sole. Provate a dirlo a chi dorme all'addiaccio se basta che non piova per stare al caldo. E su questo si basa l'azione di molti dei potenti di adesso che hanno capito che facendo un po' di confusione è facile prendere in giro le persone. Non serve rubare alle persone, è molto meglio turlupinarle e farsi dare i soldi direttamente da loro. Non serve costringere le persone a farsi ammazzare, basta fargli credere che è bello morire. E' forse quest'ultima cosa è stata la chiave di volta che ha fatto scoprire che è con una popolazione senza capacità critica è molto più facile raggirarli che costringerli. Se nella prima guerra mondiale la retorica ha provato a convincere gli italiani che era bello andare a morire per la Patria ma poi bisognava decimare i contadini (scarpe grosse e cervello fino) per "convincerli" a lanciarsi nella battaglia, Mussolini ha saputo prendere per i fondelli gli italiani a dovere con la propaganda di regime arrivando a fiaccare la loro capacità critica e convincendoli che anche l'Italia aveva bisogno di un impero. E adesso i degni eredi mediatici di Mussolini stanno applicando la cosa a larga scala. Se si riesce a convincere con la propaganda una persona a farsi spappolare dalle bombe, figurati quanto è molto più facile convincerla a farti regalare le sue compagnie di bandiera, i suoi acquedotti, le sue reti elettriche e ferroviarie, farsi dare i loro soldi per ingrassare i propri amici etc etc.

Ultima considerazione. Negli episodi precedenti di questa saga italiana le persone si sono svegliate solo dopo aver sofferto morti e distruzioni ma poi si sono riassopite convinte di aver sconfitto la bestia. Questa volta cosa dovremo aspettare?

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14/03/08

Bandiera della pace all'Eredità su RAI 1



Il 17/1/2003, pochi giorni prima della grande manifestazione contro la guerra in Iraq a cui il governo italiano partecipò contro il volere della stragrande maggioranza degli italiani, seguendo le pressioni dei miei figli sono andato al quiz "L'eredità" su RAI 1 e al momento della eliminazione ho invitato gli spettatori a mettere alle finestre la bandiera della pace. Una azione che videro più di 5 milioni di persone e dopo la quale il numero di bandiere della pace esposte in Italia divenne enorme. Purtroppo neppure l'evidenza fermò il governo Berlusconi dallo scendere in campo ignorando la volontà degli italiani.
E' stata una azione diretta nonviolenta che ha permesso anche agli operatori della televisione di esprimere la loro contrarietà alla guerra. Nel montaggio della trasmissione, infatti, la mia presenza è stata valorizzata, levando tutte le incertezze nelle risposte, prendendo le inquadrature e le battute migliori. E nel momento più importante, quando propongo di esporre le bandiere, hanno aggiunto una musica di fondo che ha reso il mio intervento estremamente toccante.
Quando si ha a che fare con i mass media non bisogna dare per scontato di avere a che fare con persone senza etica disposti a fare tutto per un po' di soldi. Bisogna fare attenzione ma è possibile dare delle occasioni a persone che magari vivono male il loro essere in strutture annientanti di dare forza al proprio pensiero.

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